Scandali piccoli e grandi |
Il gioco del Bridge per sua stessa natura si presta al sospetto, complici lo scorno e l'invidia degli sconfitti, che vittorie troppo prolungate possano essere figlie di illeciti accordi tra partner e, soprattutto prima dell'invenzione dei sipari, chiacchiere più o meno fondate circolarono spesso su coppie di affermati campioni.
Il primo episodio di cui si abbia memoria risale al 1933 e riguarda un singolo giocatore al tempo del Rubber Bridge. Il grandissimo Ely Culbertson ingaggiò il detective Mickey Mac Dougall per osservare il comportamento di Willard Karn in Partita Libera. L'investigatore, in effetti, notò che quando Karn raccoglieva una presa vinta, ordinava le carte intercalando le alte e le basse in maniera innaturale e che quando al giro successivo le faceva tagliare, spesso ricomponeva il mazzo nella posizione originale. Il sospetto mai provato, era che in tal modo egli si procurasse carte migliori per la smazzata successiva.
Nel 1954 entrò nel mirino la coppia francese formata da Pierre Figeac e Franck Bodier che sembravano dotati di un particolare senso dell'Attacco. Quando un Comitato li convocò per chiedere ragione di una serie di Attacchi straordinariamente ispirati, la coppia non accettò il contraddittorio e scelse di abbandonare il Bridge agonistico.
Nel 1957 la fortissima coppia austriaca formata da Karl Schneider e Max Reithoffer furono osservati dall'esperto svizzero Jaime Ortiz-Patino posizionare gli Assi nella propria mano sempre allo stesso modo. Reithoffer era un avvocato ed il Presidente della Federazione Austriaca così che quando i due furono convocati per delle spiegazioni, si oofrirono di non giocare mai più insieme per non dare adito ad alcun sospetto futuro.
Delle accuse rivolte da Tobias Stone ai Mondiali di Como del 1958 ai danni degli italiani, ne parlo diffusamente nei numeri 10 e 11 della mia Rivista trimestrale nei quali racconto la storia di quei gloriosi Campionati. Rimando allo loro lettura ribadendo che le accuse apparvero completamente infondate.
Durante le selezioni nazionali per la partecipazioni alle Olimpiadi la coppia francese Claude Delmouly e Gérard Bourchtoff fu accusata di farsi il segnale dell'ascensore (carte in alto = mano forte, carte in basso = mano debole) e vennero squalificati per un anno dalla loro Federazione che squalificò pure per sei mesi Simone Albarran, per aver tardato a denunciare il fatto.
Per il Buenos Aires Incident occorso ai Mondiali del 1965 coinvolgendo i campioni inglesi Terence Reese e Boris Schapiro rimando all'apposito articolo.
Nel 1974 entrarono nel mirino dei sospetti i due fortissimi fratelli indonesiani Manoppo e dopo che la WBF li convocò per discutere con loro la perfezione di oltre 600 Attacchi, la coppia decise di non giocare più insieme nelle competizioni ufficiali.
Nel 1975 il giornalista americano Bruce Keidan fa scoppiare "The Bermuda Bowl Incident" che coinvolge gli italiani Gianfranco Facchini e Segio Zucchelli, accusati di farsi segnali con i piedi sotto il tavolo prima dell'attacco ma, il Comitato WBF, pur facendo arrivare ai due italiani una seria reprimenda, permise loro di continuare a giocare fino alla fine del Campionato. Il capitano degli eterni avversari degli azzurri era in quell'edizione dei campionati Alfred Sheinwoold che voleva ritirare la squadra a stelle e strisce ma che fu costretto a completare la gara dalla sua Federazione.
Nel 1976 scoppiò il caso "Nastro Burgay" nel quale il noto esperto italiano Leandro Burgay presentò un nastro contenete la registrazione di una telefonata con il campione mondiale Benito Bianchi nel quale lo stesso parlava dei metodi di segnalazione illecita usati dai giocatori di quel tempo deponendo le sigarette nel portacenere in determinate posizione. La FIGB che difese passivamente il suo campione rischiò un anno di squalifica mai comminato e la faccenda si concluse con la dichiarazione dello stesso Bianchi che ammise di aver discusso dei sistemi usati dai giocatori del tempo per fare cheating, ma che sostenne di non averne mai approfittato. Dopo varie contro accuse la questione si chiuse con la squalifica di Burgay per 18 mesi e nessuna sanzione verso gli accusati in quanto non è stato mai possibile dimostrare l'autenticità del nastro incriminato.
Nel 1977 scoppia "The Huston Affair" nel quale i giocatori americani Larry T. Cohen e Richard H. Katz vengono costretti a ritirarsi a metà del round finale di un NABC con accuse di comunicazioni improprie. La faccenda scatenò una ridda di cause e ricorsi che si concluse solo nel 1982 con il reintegro dei due giocatori salvo impegno a non giocare più insieme.
Nel 1979 scoppia "The Sion-Cokin Affair" che vengono squalificato per 6 anni dalla ACBL con l'accusa di segnalazione improprie mediante il premeditato modo di lanciare segnali posizionando matita e score. La Federazione Americana li reintegrerà più tardi ma con il divieto a giocare insieme, mentre, Sion che fu coinvolto in un altro scandalo venne squalificato a vita.
Nel 1984 5 giocatori dell'aria di Cambridge (MA), furono sospesi dall'ACBL per sospetto di cheating durante i NABC.
Nel 1999 la WBU (Wells Bridge Union) squalificò il giocatore gallese Tony Haworth con l'accusa di aver introdotto mazzi di carte preparati in occasione dei Welsh Foursomes equiparando questa condotta ad un comportamento illecito al tavolo.
Nel 2005 scoppia "The Tenerife Affair" che coinvolge i giocatori italiani Andrea Buratti e Massimo Lanzarotti con il quale il secondo fu accusato di informare il suo partner giocante della presenza di tre atout nella mano di uno degli avversari ponendo tre dita sul polsino sinistro. La vicenda costò alla coppia italiana l'espulsione dalla ACBL.
Nel 2007 il giocatore canadese Ken Gee fu accusato di sbirciare le carte dei suoi avversari ed il lungo provvedimento che ne è scaturito si è concluso con una sospensione di 18 mesi, la perdita di tutti i MP conquistati fino a quel momento e la libertà vigilata a vita.
Nel 2013 i giocatori tedeschi Entscho Wladow e Entscho Wladow vennero accusati di scambiarsi messaggi illeciti attraverso ripetuti colpi di tosse durante i Mondiali Seniores che la squadra tedesca vinse. La WBF cancellò il risultato conseguito dalla squadra tedesca e squalificò i due giocatori per dieci anni.
Gli interessati contestarono fortemente la decisione e si rifiutarono di restituire le medaglie conquistate sul campo e la Corte di Dusseldorf alla quale si appellarono con sentenza del 15 novembre 2017 stabilì che gli stessi non potevano essere individualmente puniti dalla WBF e che la Federazione Tedesca che si era adeguata al verdetto della Federazione Mondiale dovesse riaccettarli come membri.
Nel 2015 il giocatore norvese Boye Brogeland aprì una clamorosa "anti cheating campaign" che coinvolse i giocatori italiani Fulvio Fantoni e Claudio Nunes e i giocatori israeliani Lotan Fisher e Ron Schwartz.
Il Tribunale Arbitrale dello Sport al quale si sono rivolti i giocatori italiani si è pronunciato a loro favore sostenendo che le evidenze statistiche non erano sufficientemente conclusive.
La vicenda ha avuto una clamorosa coda mediatica quando, una volta scontata la squalifica, la FIGB ha riammesso nella squadra nazionale partecipante agli europei del 2021 Fulvio Fantoni e tutte le altre squadre si sono rifiutate di giocarle contro preferendo perdere l'incontro.
Nel 2015 la Germania si ritirò dalla Bermuda Bowl a causa delle accuse di cheating mosse ai giocatori Alex Smirnov e Josef Piekarek che ammisero parzialmente le accuse e che vennero squalificati per un periodo di 4 anni e a vita dal giocare in coppia.
L'affermarsi del bridge on line ha partorito una nuova serie di reati secondari definiti "auto-cheating" dei quali si sono auto dichiarati colpevoli i campioni Michal Nowosadzki, Sylvia Shi, Cedric Lorenzini, Curtis Cheek.
Il perdurare di questi incresciosi episodi che certamente rappresentano solo la cima di un iceberg, ha contribuito assieme alla pandemia ad allontanare gradatamente ma in maniera massiva molti giocatori dal bridge agonistico.