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Paolo  FROSI

 

 Paolo Frosi (Milano 1915-1979) è stato fin dai suoi esordi uno dei più forti giocatori del bridge milanese, e poi, negli anni cinquanta e sessanta, è stato tra quelli più rappresentativi del panorama nazionale.

  Era ingegnere, prima alla Pirelli, poi dirigente della Montedison.

 Il bridge era la passione della sua vita e, disponendo di una spiccata attitudine al calcolo matematico e di basi teoriche derivanti dai suoi studi al Politecnico, coniugava il gioco al tavolo e lo studio delle leggi probabilistiche che lo governano, con autentica passione formativa per i compagni di gioco e gli amici.

 Ha fatto parte di quell’agguerrito gruppetto di campioni del Circolo Bridge Milano, che allora aveva sede nel settecentesco palazzo Borromeo-D’Adda in via Manzoni, costantemente impegnati ad opporsi alla classe planetaria del vecchio glorioso Blue Team, non accettando di adeguarsi ai sistemi (fiori napoletano, fiori romano) messi a punto dai grandissimi di Roma e Napoli, bensì, sforzandosi, orgogliosamente, di trovare  strade alternative ed originali.

 Faceva spesso coppia con un altro campione del tempo con cui era molto affiatato, Paolo Rijof, che è stato, anche lui, ai vertici nazionali per un trentennio.

 Nel suo palmares troviamo la vittoria della prima edizione della Coppa Italia Open nel 1953 e la piazza d'onore in quella del 1957, due secondi posti nel 1949 e nel 1967 nel Campionato Italiano a Squadre Open, inoltre, ha rappresentato l’Italia in alcune competizioni internazionali.

Tuttavia, forse la più grande soddisfazione la riportò quando nel 1964 a Modena sopravanzò la coppia Forquet-Garozzo nelle selezioni per la seconda Olimpiade; assieme a Rijoff arrivò terzo a pari merito con Manca-Giovagnoli e dietro ad Avarelli-Belladonna e D'Alelio-Pabis-Ticci. Le prime due coppie si qualificavano di diritto e per la terza la scelta toccava al CU Perroux, che decise di portare la più blasonata Forquet-Garozzo che però era stata sopravanzata di un punto giungendo quarta.

Paolo Frosi (Milano 1915-1979) was from the very beginning one of the strongest players on the bridge of Milan, and then, in the fifties and sixties, was among the most representative of the national scene.

Was an engineer, first at Pirelli, then director of Montedison.

The bridge was the passion of his life, having a strong aptitude for math and theoretical basis stemming from his studies at the Polytechnic, combined the game to the table and the study of probabilistic laws that govern it, with a genuine passion for training playmates and friends.

He was part of little group of fierce Bridge Club Milan, who was housed in the eighteenth-D'Adda Borromeo Palace in Via Manzoni, constantly working class to oppose the global glory of the old Blue Team, by refusing to adapt to the systems (Neapolitan Club, Roman Club) developed by the greatest of Rome and Naples, but by striving, proudly, to find alternative routes and originali.

Often paired with another strong bridge player of the time which was very close-knit, Paul Rijof, which is state, too, to national leaders for three decades.

In his honors include winning the first edition of the Italian Cup Open in 1953 and the place of honor in that of 1957, two second places in 1949 and 1967 in the Italian Team Open Championship, has also represented Italy in some internazionali.

However, perhaps the greatest satisfaction brought it back to Modena in 1964 when the pair surpassed Forquet Garozzo-in selections for the second Olympics, along with Rijoff came third equal with missing-Giovagnoli and behind-Avarello Belladonna and D 'Alelio-Pabisa-Ticci.

The first two pairs of right and qualify for the third choice was up to the CU Perroux, who decided to bring the most noble-Forquet Garozzo but was overtaken by one point coming fourth.

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