Pietro FORQUET |
Pietro Forquet che è nato a Napoli nel luglio del 1925, è stato uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi e, negli anni '50 e '60, probabilmente è stato il migliore in assoluto.
Direttore di Banca, sposato con Giuliana Sbordone, anche lei ottima giocatrice, bicampionessa italiana e World Women Master, ha avuto due figli uno dei quali lo ha tristemente preceduto nella dipartita.
Ha iniziato a giocare a Bridge a 15 anni e senza mai lasciare la sua attività lavorativa di funzionario di Banca, si unì al Blue Team nel 1951 quando non ancora ventiseienne vinse il suo primo Campionato Europeo, da allora collezionò 12 vittorie nei Campionati Mondiali (1957, 1958, 1959, 1961, 1962, 1963, 1965,1966, 1967, 1969, 1973, 1974) 5 in quelli Europei (1951, 1956, 1957, 1958, 1959) e 3 nelle Olimpiadi (1964, 1968 e 1972).
Ancora oggi è quarto assoluto nella classifica dei World Gran Master per Placing Point, ed è stato forse il più forte giocatore del Blue Team, primeggiando senza apprezzabili difformità sia nella dichiarazione, che nel gioco con il morto, che nel controgioco.
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Nel 1962 ricevette dal Presidente della Repubblica l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana per meriti sportivi.
Come tanti altri fu un allievo di Chiaradia con il quale giocò in coppia alternandosi però anche con Guglielmo Siniscalco, Benito Bianchi e Benito Garozzo, senza che il suo bridge ne venisse a risentire minimamente.
Dopo aver giocato a lungo il Fiori Napoletano, mise a punto assieme a Garozzo il Fiori Blue Team con il quale seppe raccogliere altrettanti successi.
Mitico per la sicurezza che riponeva in se stesso, quando ad un Campionato del Mondo fu intervistato dalla TV di New York e gli fu chiesto chi avrebbe incluso in una squadra comprendente i 6 più forti giocatori del mondo, rispose con assoluta tranquillità: Forquet, Forquet, Forquet, Forquet, Forquet, Forquet!
Giocatore tanto eccezionale quanto difficile, pretendeva moltissimo dai suoi partners e per il suo smisurato orgoglio non accettava alcuna critica chiunque fosse a muoverla. Al tavolo era un blocco di ghiaccio, formalmente correttissimo ma capace di ignorare gli avversari al punto da farli sentire degli inopportuni comprimari. Una macchina sempre oliata e dagli ingranaggi perfetti che non trascurava nulla, ma proprio nulla, per raggiungere l'obiettivo della vittoria. Famosi restano i suoi brevi ed affilatissimi commenti di gioco indirizzati al partner per sottolineare ogni pur piccola sbavatura degli avversari: cianuro allo stato puro.
Instancabile, era capace di restare al tavolo per ore e ore senza che il suo rendimento ne risentisse minimamente e quando al fine si alzava per fare i conti appariva sempre come il più fresco e il più riposato di tutti i contendenti.
Un episodio spiegherà Forquet meglio di mille altre parole. I Campionati del Mondo del 1969 si svolgono a Rio de Janeiro e la comitiva azzurra, che è campione in carica, parte in aereo da Roma con un volo che a quei tempi era molto più faticoso di oggi e che, per di più, fa registrare pure due ore di ritardo, arrivati in albergo nel pomeriggio di lunedì, giunge per telefono la notizia che il padre dello zar è deceduto improvvisamente a causa di un malore; Pietro riprende l'aereo la sera stessa e torna in Italia. Gli azzurri giocano il primo incontro in calendario senza lo zar il giovedì sera e vincono agevolmente con la Cina (20 a -2), il venerdì pomeriggio pareggiano con i cugini francesi (10 a 10) e il giorno successivo c'è il Brasile e c'è pure Forquet!, che scende dall'aereo e arriva in albergo appena in tempo per sedersi al tavolo e disputare il secondo tempo (e l'Italia vincerà l'incontro 16 a 4)!
Per Forquet giocare a bridge era come per gli altri respirare, aveva la capacità tipica degli scacchisti di saper prevedere le prossime mosse avversarie pianificando in anticipo le giuste contromisure, al tavolo era l'unico che in ogni momento sapeva sempre cosa stesse per succedere, questa sua dote innata unita ad una tecnica perfetta, determinava la sua indiscussa e universalmente riconosciuta superiorità.
Il grande Garozzo, che ebbe il privilegio di giocare con lui quando praticamente sconosciuto entrò a far parte del mitico Blue Team nel 1961, lo ricorda in una intervista concessa a Mabel Bocchi sulle pagine di Bridge D'Italia, come l'unico bridgista incapace di fare errori che abbia mai conosciuto.
Lo Zar ci ha lasciati durante la notte del 27 gennaio 2023.
Pietro Forquet who was born in Naples in July 1925, was one of the greatest players of all time and, in the 1950s and 1960s, was probably the best ever.
Bank manager, married to Giuliana Sbordone, also an excellent player, Italian double champion and World Women Master, he had two children, one of whom sadly preceded him in his departure.
He started playing Bridge at 15 and without ever leaving his job as a bank official, he joined the Blue Team in 1951 when not yet 26 he won his first European Championship, since then he has collected 12 victories in the World Championships (1957 , 1958, 1959, 1961, 1962, 1963, 1965,1966, 1967, 1969, 1973, 1974) 5 in the European ones (1951, 1956, 1957, 1958, 1959) and 3 in the Olympics (1964, 1968 and 1972).
Even today he is fourth overall in the World Grand Master ranking for Placing Point, and was perhaps the strongest player of the Blue Team, excelling without appreciable discrepancies both in the bid, in the game with dummy, and in the counterplay.
In 1962 he received from the
President of the Republic the honor of Knight of the Order of Merit of the
Italian Republic for sporting merits.
Like many others he was a pupil of Chiaradia with whom he played in pairs, but
also alternating with Guglielmo Siniscalco, Benito Bianchi and Benito Garozzo,
without his bridge being affected in the slightest.
After playing for a long time at Fiori Napoletano, together with Garozzo he set
up the Fiori Blue Team with which he was able to collect just as many successes.
Legendary for the security
he placed in himself, when he was interviewed by New York TV at a World
Championship and asked who he would include in a team comprising the 6 strongest
players in the world, he answered with absolute tranquility: Forquet, Forquet
Forquet, Forquet, Forquet, Forquet!
A player as exceptional as he was difficult, he demanded a lot from his partners
and due to his boundless pride he did not accept any criticism whoever was to
move it. At the table he was a block of ice, formally very correct but capable
of ignoring his opponents to the point of making them feel like inopportune
supporting actors. A machine always oiled and with perfect gears that neglected
nothing, absolutely nothing, to achieve the goal of victory. His brief and very
sharp game comments addressed to his partner to underline even the smallest flaw
of his opponents remain famous: pure cyanide.
Tireless, he was capable of remaining at the table for hours on end without his performance being affected in the slightest, and when at last he got up to settle the bills he always appeared as the freshest and most rested of all the contenders.
One episode will explain Forquet better than a thousand other words. The 1969 World Championships were held in Rio de Janeiro and the Italian group, which was the defending champion, left by plane from Rome with a flight which in those days was much more tiring than today and which, moreover, registers even two hours late, having arrived at the hotel on Monday afternoon, the news arrived by telephone that the tsar's father had died suddenly due to illness; Pietro took the plane back the same evening and returned to Italy. The Azzurri play their first match on the calendar without the tsar on Thursday evening and win easily against China (20 to -2), on Friday afternoon they draw with their French cousins (10 to 10) and the following day there is Brazil and there's also Forquet!, who gets off the plane and arrives at the hotel just in time to sit down at the table and play the second half (and Italy will win the match 16 to 4)!
For Forquet, playing bridge was like breathing for others, he had the typical ability of chess players to be able to predict the next opponent's moves by planning the right countermeasures in advance, at the table he was the only one who always knew what was about to happen at all times, this his innate gift combined with a perfect technique, determined his undisputed and universally recognized superiority.
The great Garozzo, who had the privilege of playing with him when virtually unknown he joined the legendary Blue Team in 1961, recalls him in an interview granted to Mabel Bocchi in the pages of Bridge D'Italia, as the only bridge player unable to make mistakes I've ever known.
The "Tsar" left us during the night of January 27, 2023.
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