Home Page

Il primo antidoping

L'introduzione del doping nel bridge risale al 2002 quando la World Bridge Federation ne impose l'effettuazione durante i Campionati Mondiali Transnazionali di Montreal.

Nonostante due casi risultati positivi al test antidoping, la novità sarebbe passata sotto silenzio se non ci fosse stato il clamoroso rifiuto di sottoporsi al test anti doping della campionessa americana di origine islandese Hjordis Eythorsdottir che aveva vinto la medaglia d'argento nella prestigiosa Mc Connell Cup.

Fregiarsi dell'attributo di "sport" ha il suo costo e se ne è dovuta rendere conto la WBF che è stata citata in giudizio dalla giocatrice americana che ha dichiarato di aver fatto presente ai funzionari competenti al suo arrivo a Montreal che stava seguendo una dieta che avrebbe potuto dare origine alla positività del test.

Se si guarda alle pene inflitte ai due giocatori risultati positivi a quel primo test antidoping, viene da dire che l'errore più grande i funzionari federali non lo hanno fatto tanto nel non dare alcuna risposta alla Eythorsdottir, quanto nel non fare attenzione che il nome della campionessa americana, una professionista del bridge che viveva ad Huntsville in Alabama e che, tanto più se innocente, non poteva rischiare una gogna mediatica,  non venisse inserito tra quelli da sorteggiare per il test!

Per amor della verità, la giocatrice americana dichiarò di aver nuovamente chiesto ai funzionari WBF dopo che il suo nominativo era stato sorteggiato per l'antidoping cosa sarebbe potuto succedere a causa della cura che stava seguendo. Non avendo ricevuto ancora nessuna risposta, la Eythorsdottir giustificò il suo rifiuto dichiarando: "a quel punto, francamente non sapevo cosa fare".

Le prime risoluzioni della WBF sono stato alquanto singolari e hanno denunciato tutta la impreparazione con la quale il mondo del bridge stava scimmiottando quello dello sport per avere il riconoscimento di disciplina sportiva olimpica, senza nemmeno goderne il vantaggio di poter partecipare ai Giochi Olimpici veri e propri.

A causa del rifiuto di sottoporsi al test, alla Eythorsdottir non è stata consegnata la medaglia e le è stato impedito di salire sul palco della premiazione con le sue compagne (Judy Radin, Valerie Westheimer, Shawn Quinn, Mildred Breed, Rozanne Pollack), tutti nomi a loro volta troppo famosi per venire squalificati assieme alla compagna di squadra.

Resta da chiedersi, una volta comminata la penalità per illecito alla islandese, a quale titolo le compagne di squadra che si erano avvalse della sue prestazioni potessero fregiarsi del titolo conquistato.

La WBF nella sua sentenza sostenne che il regolamento prevedeva che la richiesta di esenzione dal test dovesse essere presentata per iscritto e con l'avallo medico 21 giorni prima dell'inizio delle gare!

Tanto per restare in argomento, se sono certamente molto divertenti i marchingegni messi in atto in Italia dieci anni più tardi dagli agonisti per procurarsi il certificato medico di abilitazione alla pratica dello sport, ancor più "all'italiana" furono le prime risoluzioni WBF verso i due dopati.

Il primo aveva preso degli antistaminici, medicinali vietati che possono favorire le prestazioni sportive ma non quelle mentali, così sancì il Comitato preseduto da Dan Morse all'esame dei fatti, il secondo era risultato positivo all'alcool e questo non poteva certo potenziare la sua lucidità! (ma quella dei suoi avversari si, mi viene di pensare…).

Con queste motivazioni, entrambi i giocatori trovati positivi non furono penalizzati.

Nei giorni successivi all'accaduto, che francamente rovinò quell'edizioni dei Campionati prima ancora che il CIO, anziché introdurle ai Giochi, proibisse lo svolgimento delle Olimpiadi del Bridge confinandole nell'orbita dei Mondiali IMSA, furono molti i giocatori che dichiararono che, qualora la caffeina e l'alcool  avrebbero fatto parte delle sostanze stimolanti proibite, non avrebbero mai più partecipato ai Campionati.

P.S.: Se qualche gentile lettore ha notizia documentata di come finì la prima contestazione legale nel mondo del bridge legata all'antidoping, lo prego di farmene avere notizia

 Indice