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Il Fit Onori

Particolare valore assume l’incontro delle carte onori presenti in un seme lungo con quelle presenti nello stesso seme nella mano del compagno.

A titolo di esempio, ipotizziamo una diversa ripartizione delle carte onori del rispondente a fronte dell’apertura di un picche di Nord:

A

 AQ976

B

 3
 QT84
 KJ4
 K542

 

 K542
 KJ6  J7
 J7  KJ6
 QT74  QT74

Le due mani alternative ipotizzate per il Sud rispondente (A e B), hanno in comune:

  1. La distribuzione (4.4.3.2);

  2. I PO (10);

  3. Le Perdenti Falk (8);

  4. La Conformità e la Predisposizione;

  5. Il tipo di carte onori (2R, 2F, 1D e 1T);

  6. La distribuzione delle carte onori nei 4 semi;

  7. La qualità delle cartine che accompagnano gli Onori.

e, pur tuttavia, con la mano di sinistra la manche a picche è infattibile, mentre, con quella di destra, è pressoché imbattibile.

La differenza di una presa esistente tra le due mani A e B, che é di vitale importanza quando comporta il premio aggiuntivo previsto per la manche o per lo slam, è causata dai seguenti fatti concomitanti:

I fit (sia quello distribuzionale, che quello Onori) hanno un’importanza così determinante nella fase della dichiarazione che qualsiasi sistema professionale che si rispetti deve necessariamente dedicare molti dei suoi gadget alla loro precoce localizzazione.

Quando i fit onori e distribuzionale vengono a mancare, la situazione diviene per la linea giocante così periclitante che è senz’altro conveniente tentare di spingere in posizione di attacco la linea avversaria onde potersi rifugiare nel gioco di difesa.

Infatti, il fit ha come caratteristica principale la “Specularità Trasversale” che può venire con estrema semplicità così enunciata:

Se una delle due linee contrapposte ha un buon fit, allora, anche l’altra ne ha uno almeno accettabile; se al contrario una delle due linee è in misfit, allora anche l’altra ha buone probabilità di trovarsi in una situazione simile.

Vediamo come è possibile giustificare questa importantissima affermazione.

Supponiamo di avere sulla nostra Linea un fit nono nel seme di picche, in questo caso solo 17 delle rimanenti carte della nostra Linea risulteranno sparpagliate nei restanti semi (26 - 9 = 17).

Di contro, la Linea avversaria che nel seme di picche ha solo 4 carte, ha 22 posti liberi disponibili per ricevere le carte dei restanti tre semi.

Come può essere diviso il numero 22 nella maniera più equa possibile in tre parti? La facile risposta è: 8.7.7.

Ecco dimostrato che se abbiamo un fit nono sulla nostra linea, nella peggiore delle ipotesi, la Linea avversaria ne avrà uno ottavo.

Solo nel caso di un fit ottavo e tre fit sesti presenti sulla nostra Linea è possibile che la Linea avversaria non ne abbia nemmeno uno ottavo (21 posti liberi rendono, infatti, possibile la presenza di tre fit settimi ed uno quinto sull'altra).

Analogamente procediamo per il misfit e cerchiamo l’unica quaterna di numeri che ne certifichi l’esistenza sulla nostra linea, questa quaterna si ricava ricercando la miglior equi distribuzione possibile del numero 26 in quattro parti (26 è ovviamente il numero delle carte presenti all’inizio del gioco su ognuna delle due linee), essa è data da  7.7.6.6.

In questa ipotesi, cosa resta per la linea avversaria? evidentemente i complementi a 13 dei singoli numeri della quaterna precedente, ossia 6.6.7.7.

Ecco così facilmente dimostrato che se la nostra linea è in misfit, anche la linea avversaria si trova nella stessa situazione.

Tutto ciò porta ad esaltare una tattica dichiarativa che nelle situazioni di sostanziale equi distribuzione della forza tra le due linee (20-20, 21-19, 22-18, 23-17, quando cioè quasi certamente non esiste potenzialità di manche per nessuno dei due partiti in gara), vede inseguire nella maniera più rapida ed interdittiva possibile l’assunzione del massimo contratto a colore conseguibile per la propria linea quando il proprio seme di fit è quello di picche (o quando si gradisce che le picche vengano giocate dalla linea avversaria in quanto pensiamo di poterla punire). Altrettanto rapidamente si deve invece lasciare il campo agli avversari quando sulla propria Linea non esiste un qualche FD.

Come analizzeremo in maggior dettaglio studiando l'empirica “Legge delle prese totali”, il massimo numero di prese per le quali è generalmente conveniente impegnarsi giocando nel proprio seme di atout è pari al numero di atout complessivamente posseduto dalla linea (con un fit nono ci si può impegnare per 9 prese, con uno ottavo, solo per 8, etc.).

Come dimostrava l’esempio di poco fa, la localizzazione del posizionamento delle carte onori nei vari semi (FO) è fondamentale quasi quanto la ricerca del Fit distribuzionale per poter determinare il massimo livello del contratto assumibile e, per tanto, sia l’impostazione di un buon sistema di licitazione che lo stile dichiarativo della coppia, devono essere portati a facilitare la loro precoce individuazione.

Semplificando in maniera grossolana, possiamo affermare che il numero delle atout complessivamente detenute da una linea nel seme di miglior fit, fissa il numero delle prese e quindi il livello dell’impegno che è conveniente assumere, mentre la concomitanza o la divergenza delle carte onori nei semi lunghi della nostra linea (presenza o assenza di FO), ci lascia presagire la possibilità di prese extra o di prese in meno, rispetto al contratto così fissato.

Quando il FD e/o il FO sono assenti, è preferibile orientarsi verso il gioco a SA o, se la forza di linea è insufficiente, lasciare campo libero agli avversari.

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