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Il gambetto di Grosvenor

Smazzata  226

Sono venuto a sapere dell'esistenza di Philip Grosvenor da un articolo apparso su "The Bridge World" nel 1973 firmato da Frederic Turner di Los Angeles che mi è stato cortesemente segnalato dal mio amico Paolo Orsi nella riedizione italiana recentemente apparsa su "BDI on line".

Turner ci racconta che Grosvenor fu un pilota inglese che si trasferì negli USA al termine dell'ultimo conflitto e che, dopo aver vissuto a lungo a Boston lavorando come attuario e occupandosi molto poco di bridge, si spostò nel 1958 ad Atlanta dove, invece, cominciò a frequentare regolarmente tutti i maggiori tornei del sud est degli Stati Uniti.

Il Turner racconta di aver ricostruito la storia  delle gesta del nostro malinconico eroe da un diario autobiografico trovato dopo la sua misteriosa morte avvenuta nel 1968.

Tutto iniziò nel 1961, un giorno in cui Philip era seduto al tavolo da gioco in Est e stava difendendosi da uno slam a cuori con queste carte:

 T8  
 J3
 A873
 J8764

 94
 Q84
 J952
 QT53

Ovest attaccò con l'Asso di fiori e  proseguì con il Re che Sud tagliò per poi giocare Asso, Re di picche e picche tagliata al Morto di Fante.

Grosvenor si distrasse e mancò di surtagliare con la sua Dama scartando, invece, una piccola quadri.

Questa era la smazzata completa:

   T8

 J3
 A873
 J8764
 QJ7632

 94
 75  Q84
 T6  J952
 AK9  QT53
   AK5

Attacco = A

 AKT962
 KQ4
 2

e Sud, ormai convinto che il sorpasso alla Dama di atout era fuori questione, giocò come se battendo in testa Asso e Re di atout nella speranza di trovarla in caduta in Ovest.

Il suo modo di giocare fu perfettamente coerente con gli antefatti ma, il risultato finale fu 6♥ - 1 come, del resto, accadde a tutti quelli che quella sera dichiararono questo slam.

Ciononostante Sud, che era un noto giocatore del tempo, aveva perso la facilità opportunità di realizzare il suo contratto e, anche per le vibranti proteste di Nord, si innervosì a tal punto che nella mano successiva sbagliò banalmente conseguendo un ulteriore pessimo risultato.

Questo episodio poteva finire lì, come innumerevoli altri di un tal fatta che si consumano giornalmente sui tavoli di tutto il mondo.

E, invece, nella contorta mente di Philip si fece strada l'idea che giocare volutamente contro ogni senso logico, poteva indurre l'avversario in un errore tale da minarne temporaneamente l'equilibrio psicologico fino al punto da compromettere l'esito delle smazzate immediatamente successive.

Grosvenor, prendendo a prestito il termine dagli scacchi, battezzò questa infida tattica di gioco come gambetto e fece pratica cercando di metterla in atto in ogni possibile occasione, divenendo pian piano, per queste sue beffarde giocate, il terrore di tutti i giocatori delle sue parti.

Egli usava il suo gambetto più che altro negli incontri di duplicato dove, la perdita di capacità di concentrazione che subivano le sue vittime, poteva perdurare compromettendone addirittura l'esito finale dell'incontro.

Man mano che progrediva nella sua equivoca arte raccogliendone copiosi frutti, Grosvenor cominciò a tentare il gambetto in condizioni sempre più estreme e anche quando questo avrebbe comportato, in caso di fallimento dell'inganno, un risultato per lui catastrofico.

Chiunque giochi a bridge da molti anni, conosce bene lo smarrimento della capacità di stare al tavolo che si produce a fronte di un qualche rovescio specie se generato da  una situazione ridicola e facilmente evitabile.

I giocatori di bridge, che generalmente uniscono ad un pessimo carattere una grande considerazione di se stessi, cominciarono ad odiare profondamente Grosvenor tanto che, nel 1967 mentre si trovava nella cittadina di Biloxi per partecipare ad un torneo locale, subì un aggressione nel parcheggio antistante il suo albergo da parte di tre uomini che dopo averlo pestato ben bene, si dileguarono nottetempo senza venir mai identificati.

Nonostante queste disavventure, il fascino perverso che il gambetto esercitava su di lui, si faceva sempre più irresistibile e una delle ultime pagine del suo diario riporta che, il 13 febbraio del 1968 in un torneo a Miami, si produsse questa smazzata:

   KJ

 K84
 K753
 KJ92
 Q3

 T7
 J95  T762
 QT62  J98
 8753  AQT6
   A986542

Attacco = 8

 AQ3
 A4
 4

Nord, dopo aver aperto di 1♣ lasciò l'onere di mantenere lo slam a picche al suo partner, un giocatore che, come lui, era di livello internazionale.

Ovest attaccò con l'8♣ per il Re del morto e l'Asso di Grosvenor che provò ad incassare anche la Dama, Sud tagliò in mano e giocò una piccola atout per il Re, poi intavolò il Fante di picche sul quale Est depose innocentemente il Dieci.

Sud, che un paio di settimane prima, durante un grande torneo a Houston, era stato la sfortunata vittima di uno dei famigerati gambetti di Grosvenor, temendo il ripetersi di un tal doloroso inconveniente, stette basso ipotizzando che Philip potesse avere "DT7" !

Il "misfatto" fece ben presto il giro di tutti i circoli della regione e sembra che Nord non abbia mai più voluto giocare con Sud.

In effetti, lo slam a picche è di battuta e da Nord è possibile mantenere anche quello a SA che rappresenta il par della Smazzata che con i suoi 17 atout permette solo 16 prese (12 a picche per NS e 4 in un minore per EO).

Il triste resto di questa storia si consumò tre giorni più tardi, quando Philip fu trovato cadavere sulla spiaggia di Key Largo con il pollice e l'indice della mano destra spezzati; l'episodio fu classificato come suicidio! dal medico legale che fu chiamato sulla scena del dramma.

Chissà, forse anche lui giocava a Bridge…

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