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Breve storia delle Carte da Gioco

Le carte da gioco sono vecchie di quasi mille anni e nella loro storia si intrecciano bellezza e curiosità, fantasia e memorie di luoghi e d’epoche remote, in una serie senza fine di immagini ora semplici e rozze, uscite da improbabili botteghe artigiane, ora perfette e preziose, manufatti di artisti al servizio di principi e di sovrani.

 Le carte da gioco sono testimonianza di costumi, di gusti, talvolta perfino di fatti storici.

 Nate in Oriente, probabilmente per uso divinatorio, con ogni probabilità furono introdotte in Europa dagli Arabi che le importarono in Spagna verso il 1300.

 Questa loro origine è ancora oggi ricordata nel nome che portano in quel Paese “naipes” (dall’arabo la’ib che appunto significa gioco), nome che è opportunamente italianizzato, (Naibi) hanno portato per lungo tempo anche nei nostri lidi.

 In Italia si diffondono con grande velocità in contemporanea con altri Paesi Europei quali la Germania, la Francia ed il Belgio, partendo dalle città di Viterbo e di Firenze e andandosi a differenziare in una straordinaria varietà di giochi, per lo più semplici e popolani.

 In Germania le prime carte da gioco apparvero nei secoli XIV e XV, in grande formato (19 x 12) e riccamente miniate.

 In alcuni antichi testi nostrani, si ricordano ancora le carte disegnate dal Mantegna e purtroppo ormai andate perdute, che in una serie di gruppi di 10, raffiguravano: Scienze, Virtù, Muse, Pianeti.

 Successivamente la fantasia degli artisti minori si sbizzarrì e le carte da gioco cominciarono a prendere ogni forma e dimensione e a raffigurare un po' di tutto.

 Verso il 1600 vengono importate in Italia le carte francesi che, pian piano, avranno la definitiva prevalenza in ogni parte del mondo.

 In Francia i semi delle carte (fiori, cuori, quadri, picche) conservarono per sempre la loro foggia iniziale e questo, assieme al fatto che fu il francese Thomas De La Rue il primo a fondare una fabbrica specializzata per la loro stampa, sono i principali motivi del loro prevalere in ogni parte del mondo.

 I semi delle carte italiane (coppe, bastoni, denari, spade) derivano, invece, con varie modificazioni, dai tarocchi veneziani del 1400.

 Oggi le carte da gioco sono entrate nella vita comune di tutti i popoli conservando spesso le caratteristiche tradizionali dei luoghi e dei Paesi nei quali hanno avuto origine.

 I giochi di carte sono davvero innumerevoli: innocenti e piacevoli, difficili e impegnati, d’azzardo e solitari e, nel tempo c’è sempre qualcuno che trova il modo di mantenere viva l’illusione del potere divinatorio di certi modi di usarle.

E non vi è alcun dubbio che tra tutti questi giochi di carte, il bridge sia di gran lunga il più stimolante, il più divertente ed il più intellettualmente speculativo.

Sezione Cenni Storici